Bill Bryson ha il dono straordinario di riuscire a rendere ridicolo,
affascinante, imbarazzante, grottesco o semplicemente interessante ogni
argomento che tocca, e questo libro ne è l’esempio più di ogni altro. Come
scrive lui stesso, da alunno distratto e svogliato che era si fa carico di
tutti quegli argomenti che l’hanno annoiato a morte da studente, li
affronta con impegno professionale e li riscrive per renderli divertenti e
fruibili a tutti, o almeno a chi non è allergico alla carta stampata.
Nella mia vita ho letto, anzi, *ho abbandonato* più volte libri scientifici
scritti da esperti del settore, certo dotati di grandi ingegno e capacità
professionali, ma non di capacità di divulgazione. Bryson non è uno
scienziato quindi spiega le cose scientifiche nel modo in cui può capirle
una pesrona normale come lui. Se poi non si parla di complicate questioni
scientifiche ma di umanità, allora i personaggi storici vengono analizzati
e sviscerati nelle loro questioni quotidiane, rendendoli più simpatici o
perlomeno più umani. Come a dire che la storia non è solo fatta da grandi
personaggi, ma più da persone normali che in un certo momento della loro
breve esistenza sono inciampate in qualcosa di straordinario per meriti,
per fato o per opportunismo. Dalle pieghe della storia emergono personaggi
sconosciuti ma di indubbie capacità, mentre i grandi nomi a cui siamo
abituati vengono riportati alla normalità con un fine lavoro di analisi dei
loro fatti privati.
Poi Bryson ha scritto tanti altri libri: cambia l’argomento ma non lo stile
sublime.